Il Grande Ballo - nAvE

Data e ora: 08/06/2025 18:00
Luogo: Teatro, sull'Arca nAvE
Durata: 240 minuti
Tipo: Open
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Domenica 8 giugno 2025:

Nel cuore della grande nAvE, il Teatro è stato trasformato in una sala da ballo incantata, degna dei racconti degli antichi bardi.

Le sue pareti, intagliate nel legno di quercia rossa e scolpite con scene mitiche di draghi alati, dee marine e cavalieri di un tempo perduto, brillano ora alla luce tremolante di centinaia di lanterne sospese con fili di seta e rame.

I vetri colorati dei grandi finestroni riflettono le fiamme con vividi giochi cromatici, facendo danzare luci cangianti che accarezzano i volti degli ospiti come dita leggere di un sogno.

Il palcoscenico, solitamente riservato a tragedie solenni e commedie mascherate, è oggi il cuore pulsante della musica. Vi si trova un piccolo ensemble, selezionato con cura tra i migliori artisti dell’Accademia delle Muse, composto da elfi e mezzelfi che indossano sobri abiti di broccato scuro, impreziositi da fili d’argento e foglie d’oro cucite a mano.

Le loro melodie si intrecciano con grazia e precisione, creando armonie che si espandono come veli di nebbia colorata: valzer antichi, danze solenni e intermezzi più lievi si susseguono con sapienza, accompagnati dal suono morbido di liuti elfici, arpe dalle corde di cristallo, flauti intagliati nell’avorio e tamburi rivestiti di seta.

Ogni nota, ogni passaggio musicale, è stato preparato per giorni interi sotto la direzione dei maestri compositori dell’Accademia, che hanno accordato i toni alle fasi della serata come un rituale sacro. Alcuni apprendisti si muovono con discrezione tra le quinte e lungo i bordi della sala, assicurandosi che ogni candela sia viva, che i veli scendano al momento giusto, che i fiori freschi tra i candelabri non perdano vigore. Nulla è lasciato al caso: il teatro è diventato un organismo vivente, e l’Accademia è la sua mente invisibile.

Sopra tutto, aleggia un senso di sospensione incantata: il presente sembra scollegato dalla realtà, immerso in un frammento di sogno senza tempo. È una giornata rubata all’ordinario, dove intrighi, promesse e segreti si nascondono dietro i sorrisi, e il vento che accarezza l’albero maestro canta anch’esso una melodia silenziosa di festa.

In una parte della sala, presso un piccolo rialzo coperto da tappeti color vinaccia e seta dorata, si trova Dehimar, elegantemente vestito in una tunica di velluto scuro con inserti color giada. I capelli, tirati indietro con cura, rivelano uno sguardo affilato ma sereno.

Accanto a lui, una bancarella ornata di velluto ricamato e candelabri d’ottone arde con fiammelle bluastre, segno della magia discreta che ne protegge gli oggetti. È lì per ricevere le offerte: gioielli, pietre preziose, sigilli d’oro. Le sue mani si muovono con gesti misurati, mentre registra ogni dono con la diligenza di un chierico, ma lo sguardo tradisce un senso di appartenenza più profondo, come se anche lui, lì, stesse prendendo parte a qualcosa di molto più grande di una semplice festa.

Ovunque si respira arte, devozione, e un amore palpabile per la bellezza. E il Teatro, quel cuore scolpito nel legno e nella memoria, batte vivo, tra lanterne, suoni e passi che danzano senza tempo.