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L'esplorazione della Città Nanica: 1° Parte (RED-MORG)

Pubblicato il 14/09/2025 21:52 — Visualizzazioni: 46

Dehimar si avventura nell'esplorazione della città dei nani, nel ventre della montagna.


Dehimar giunge alla facciata esterna della città nanica, un’opera ciclopica scolpita nella pietra della montagna. L’ingresso principale, un tempo simbolo di potenza e orgoglio, è ora ridotto a una rovina annerita: i battenti sono spalancati e devastati, le cornici corrose dal fuoco e dal tempo. Alla destra, una galleria larga e buia si perde verso le paludi, esalando umidità e odori stagnanti, ma il richiamo più forte proviene dalla porta principale.

Varcata la soglia, il mezz’elfo entra nel salone d’ingresso, immenso e solenne. Alte colonne scolpite raccontano la vita quotidiana dei nani: il lavoro nelle fucine, le marce dei guerrieri, i mercanti chini sulle bilance, le famiglie raccolte attorno al fuoco. Tutto è fermo, polveroso, incrinato dal tempo: un museo silenzioso di un popolo cancellato. Al centro della sala, la scalinata di pietra nera si innalza come un altare, ma i gradini sono cosparsi di scheletri, guerrieri caduti e civili disperati che si ammassarono in una resistenza impossibile. Armature corrose, armi spezzate e scudi sfondati punteggiano la salita, congelando per sempre l’istante della loro fine.

Ai piedi della scala, un corpo spicca sugli altri: uno scheletro con una corona di ferro arrugginita, tra le cui mani giace un diario logoro. L’ultima frase, scritta in fretta e con disperazione, è un monito inciso nel tempo:
“Lei è qui… gli ultimi di noi resteranno ad affrontarla, anche se sappiamo che non la fermeremo. Il suo potere va oltre la nostra comprensione e ha risvegliato antiche forze che si agitano nel ventre della montagna…”
Dopo queste parole, solo pagine vuote, come se lo scrittore fosse stato strappato via dall’istante stesso della scrittura.

In cima alla scalinata si erge la seconda porta monumentale. Non divelta come la prima, ma ancora in piedi, con un’anta semiaperta. Davanti ad essa giace un altro scheletro, le braccia tese verso il battente in un gesto incompiuto: l’ultimo tentativo di chiuderla, rimasto vano. Dehimar tenta di attraversare lo spiraglio, ma resta incastrato: lo spazio è troppo stretto. Solo con uno sforzo immane, usando il proprio corpo come leva, riesce a far cedere l’anta di pochi centimetri, abbastanza per scivolare oltre, esausto e col fiato corto.

Dall’altra parte si apre una passerella di pietra sospesa nel vuoto, scolpita direttamente nel cuore della montagna. Lame sottili di luce filtrano dalle fenditure, rischiarando appena l’immensa cavità. In fondo al ponte, tre statue colossali di nani armati si ergono come guardiani eterni, con i volti scolpiti nella severità e le armi pronte, vegliando sull’ingresso della città vera e propria, inghiottito dall’ombra.

È allora che dal buio emerge la prima minaccia: un lupo corrotto, divorato dalla magia di Morwenna, con gli occhi viola che brillano di un potere innaturale. La bestia si lancia contro di lui, un lampo scuro divorato dall’odio, ma il machete di Dehimar fende l’aria con precisione e il colpo letale spegne all’istante la vita deformata del mostro. La carcassa gli cade addosso, e il mezz’elfo la respinge con sforzo, osservando negli ultimi istanti gli occhi della creatura tornare neri, privi di vita.

Segue un momento di quiete, rotto solo dal respiro affannoso e dal crepitio della torcia. Ma dal ventre della montagna, sotto il ponte, qualcosa si desta. Un tremore profondo scuote le pietre, un battito innaturale che risale dalle viscere. Un chiarore rossastro si accende nelle profondità, rischiarando per pochi istanti le pareti scolpite dai nani e tingendo di rosso le statue dei guardiani. E insieme alla luce, un suono indecifrabile: non un grido, non un boato, ma un verso oscuro che non appartiene a nulla di vivo, che vibra nelle ossa e nel respiro.

Poi tutto tace. Il chiarore si spegne, il ponte si placa, ma il presagio rimane. Dehimar varca la soglia tra i tre giganti di pietra, consapevole che la bestia appena affrontata non era che un’ombra minore. Nelle profondità della montagna, qualcosa di antico e infinitamente più pericoloso si agita, in attesa.

 

PUNTEGGI

Dehimar: +4 esperienza; -20 energia; +20 mente

OGGETTI GUADAGNATI

Corona del Re dei Nani


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