Il Primo Cavaliere, Ellad Inglorion, e il Comandante delle Guardie, Bracciolini, si sfidano nella competizione della giostra.
Oltre le mura di pietra del Castello, là dove la città cede il passo alla campagna ondulata, il campo della giostra si apre come un teatro grandioso. Le palizzate di legno delimitano la lizza, lunga e stretta, e separano l’arena dal popolo che gremisce le tribune addobbate di drappi cremisi e oro, i colori della Corte. Il vento teso fa ondeggiare stendardi e pennacchi, il sole cade obliquo a illuminare sabbia e armature, e già nell’aria si avverte l’attesa di uno spettacolo memorabile.
Al centro, il palco d’onore domina la scena: un baldacchino ricoperto di velluto dai colori regali. Qui siede Re Ennon, attorniato dai dignitari e dai nobili della Corte, custode della parola che apre e chiude la contesa. Dall’altro lato, più discreti ma vigili, gli arcieri della guardia reale sorvegliano l’arena.
Il primo a farsi avanti è Ellad Inglorion, il Primo Cavaliere. La sua figura immortale brilla sotto l’armatura elfica, intarsiata di incisioni antiche, e il mantello bianco, ricamato d’argento, ondeggia al passo fiero del destriero. Lo scudiero lo accompagna, reggendo elmo e insegne. Quando Ellad si arresta al centro della lizza, abbassa il capo verso il Re e proclama con voce limpida:
«Pax et Virtus! Al cospetto del nostro Re, con la benedizione della Cavalleria e del popolo, oggi offro la mia lancia all’onore del Regno, e che la vittoria sia del giusto!»
Poco dopo, l’araldo annuncia l’arrivo del rivale. È Bracciolini, Comandante delle Guardie Reali. Lo precede il suo seguito, scudieri e araldi che aprono la strada, e infine emerge lui, imponente nella sua armatura completa, scintillante di incisioni. Cavalca un possente stallone nero, ornato di finimenti di cuoio e metallo brunito, con pennacchio scarlatto. La sua presenza emana autorità e determinazione. Egli giunge al centro della pista e, senza concedere nulla al pubblico, volge un saluto al Re:
«Veritas et Justitia, mio Sire, che la Gloria possa toccare il più meritevole.»
I due cavalieri si scambiano un breve cenno, freddo ma rispettoso. La folla, che rumoreggia in attesa, viene zittita da un solo gesto del Sovrano. Re Ennon si alza e proclama:
«Che la Giostra abbia inizio, e che lo scontro sia leale, poiché la Gloria sarà appannaggio di entrambi.»
L’araldo solleva il drappo cremisi e lo lascia cadere. I destrieri scattano come frecce opposte. Ellad abbassa la lancia verso il busto del rivale, Bracciolini mira al collo del Primo. Le aste impattano nello stesso istante, il legno esplode in schegge, i due corpi si piegano ma restano saldi in sella. La folla esplode in un boato, mentre il Re osserva immobile, e l’araldo decreta: un punto a entrambi.
Gli scudieri porgono nuove lance. Ellad riprende la posizione, lo sguardo glaciale fisso sul rivale. La sua corsa è rapida, precisa, e la lancia trova il varco tra lo scudo e la spalla sinistra di Bracciolini. L’impatto vibra nel corpo del Comandante, già provato, e lo scudo diventa un peso gravoso. Bracciolini, pur colpendo la spalla dell’elfo, non riesce a destabilizzarlo.
La folla esplode in clamore, Re Ennon si sporge in avanti, con un sorriso soddisfatto. L’araldo annuncia: vantaggio per Ellad Inglorion.
Tutti gli occhi sono sulla lizza. L’araldo alza per la terza volta il drappo. Al suo cadere, i cavalli scattano, la sabbia vola. Ellad punta al busto, ma la lancia scivola di lato; Bracciolini tenta di colpire il fianco dell’elfo, ma l’asta lo sfiora appena.
Eppure, il colpo ricevuto in precedenza grava sul Comandante. Alla fine della corsa, lo stallone si arresta, e Bracciolini, esausto e dolorante, si piega in avanti, il respiro corto. Gli scudieri accorrono, lo sollevano con onore e lo conducono alla tenda dei soccorsi, mentre la folla lo accompagna con un mormorio rispettoso.
L’araldo si porta al centro e alza la voce:
«Il Primo Cavaliere è il campione della giostra!»
Le tribune esplodono in un clamore fragoroso, bandiere che sventolano, trombe che squillano.
Re Ennon si alza dal trono, prende il sacchetto di velluto con gli scudi e lo porge personalmente a Ellad Inglorion. Le sue parole sovrastano ogni boato:
«Onore e Gloria a Voi, Ser Ellad. Avete difeso il nome del Regno, e questa vittoria appartiene a tutto il popolo.»
Il Primo Cavaliere si inchina con solennità, poi volge lo sguardo verso il rivale, tributandogli rispetto con parole di riconoscenza. Infine, riceve una rosa rossa dal suo scudiero, e con gesto solenne la innalza verso Soraya, la donna che gli ha dato forza. Le sue parole, dedicate a lei, si levano come confessione e promessa, più forti di qualsiasi clangore di armi.
Così si chiude la Giostra del Castello. Ellad Inglorion trionfa, Bracciolini cade ma con onore. Il Re vigila e sancisce che la gloria non è soltanto vittoria, ma anche sacrificio e virtù. La folla acclama, i tamburi rullano, i vessilli si gonfiano al vento.
E la lizza, solcata dagli zoccoli e segnata dalle schegge, diventa memoria viva di un giorno in cui onore, coraggio e amore si sono intrecciati davanti al popolo e al Sovrano.
PUNTEGGI
Ellad Inglorion: +4 esperienza; -40 energia; -20 forza; +20 mente;
Bracciolini: 4 esperienza; -40 energia; -20 forza; -20 salute; +20 mente;