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L'esplorazione della Città Nanica: 2° Parte (RED-MORG)

Pubblicato il 29/09/2025 17:13 — Visualizzazioni: 22

Dehimar prosegue la sua avventura alla scoperta della Città Nanica.


Il cunicolo si stringe, l’aria si fa greve e impregnata di odore acre, un misto di zolfo e fumo che brucia la gola a ogni respiro. Le pareti trasudano umidità, la pietra gocciola lenta come se la montagna stessa sudasse. Ogni passo di Dehimar è un colpo misurato del bastone, ogni oscillazione della lanterna apre squarci dorati che subito si richiudono alle sue spalle. Il silenzio è assoluto, ma sembra vivo, un silenzio che osserva e accompagna, come se la montagna trattenga il fiato insieme a lui.

Poi l’oscurità si incrina: il corridoio si apre su una vastissima caverna sospesa nel vuoto. Davanti non c’è più terra, ma abisso; sotto solo buio senza fine, sopra fenditure da cui filtra luce pallida. Una lama di luce colpisce la parete opposta e la fa brillare: centinaia di punti rossi scintillano, come stelle sospese in una notte eterna. Sono gemme, cristalli incastonati nella roccia, splendenti di bagliori cremisi. Alcune si trovano così vicine al sentiero che sembrano quasi offerte alla mano che le voglia strappare.

Dehimar prepara il rampino, lo assicura alla corda e lo fissa all’harness. Colpisce la pietra con il manico del machete, poi fa leva con la lama: un rumore netto, la gemma si stacca. È grande quanto un palmo, liscia, pesante, e dentro brilla una luce che pulsa come un cuore vivo. Ma la montagna reagisce. Un tremore corre lungo le pareti, dapprima lieve, poi sempre più forte. Il sentiero vibra, frammenti di roccia si staccano e precipitano nel buio. Ogni istante il fremito cresce, come se la terra intera fosse stata ferita da quell’estrazione.

Il sentiero cede alle sue spalle, blocchi interi si staccano e cadono nell’abisso. Davanti, un ponte si staglia tra due pareti, l’unica via di fuga. Ma dal fondo esplode una frusta di fuoco che squarcia la sezione centrale del ponte. La pietra si spezza, precipita, e un boato assordante rimbomba nella caverna. Rimane solo un varco largo e instabile.

Dehimar imbraccia la balestra-rampino, la corda scatta, il gancio si pianta nella roccia di fronte. Corre, salta, oscilla sul vuoto. La corda regge, ma quando raggiunge l’altro lato il rampino cede. L’inerzia lo scaraventa a terra, l’impatto è duro ma non fatale: il corpo scivola sulla pietra, vivo.

È allora che dal baratro si leva la minaccia. Un bagliore dorato esplode dalle profondità, il grido che lo accompagna lacera la caverna. Una mano di fuoco artiglia la parete, le dita incandescenti che scavano crepe e rilasciano magma. La sagoma di un Balgor emerge tra fumo nero e fiamme, il suo respiro trasforma l’aria in fornace. Ogni urlo fa vibrare le ossa, ogni gesto scuote la montagna.

Il colosso avanza, ma la sua mole non gli permette di oltrepassare la stretta apertura che si apre davanti al mezz’elfo. Dehimar imbocca il varco, il corridoio lo inghiotte. Dietro di lui il Balgor ruggisce, impotente, ma la sua furia fa tremare ancora le viscere della montagna.

Il cunicolo si allunga, stretto e umido, l’aria torna a essere greve e impregnata di zolfo, ma respirabile. Le gocce cadono ritmiche dalle pareti, la corsa diventa più regolare. Poi l’odore cambia: non più fuoco, ma marcio. È il respiro stagnante delle paludi. La luce della lanterna incontra fessure più larghe, lame lattiginose che filtrano dall’esterno. La via di fuga si apre davanti a lui.

Il Balgor resta intrappolato nella caverna, furioso, il suo grido inciso nella pietra. Ma la città nanica conserva intatti i suoi segreti: le gemme cremisi, e la creatura risvegliata dal ventre della montagna. Spetterà a Dehimar decidere se rivelare ciò che ha visto o seppellire per sempre l’orrore dietro quelle rocce.

 

PUNTEGGI
Dehimar: +3 esperienza; -30 energia; (Ha avuto in dono il Diamante di Fuoco)


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