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Sul Filo della Follia

Pubblicato il 30/09/2025 19:23 — Visualizzazioni: 34

Ashasa, Aredhel e Perceval si sono ritrovati nell’ospedale intenti alle loro mansioni quotidiane. La quiete delle corsie è stata spezzata dal boato delle porte dell’ala psichiatrica: un guaritore in fuga, madido di sudore e in preda al panico, ha gridato che “là dentro” non bisognava entrare, ripetendo parole confuse e disperate prima di scomparire tra i corridoi.


  • Titolo: Sul Filo della Follia
  • MORG: RED-MORG
  • Luogo: Ospedale - ala manicomio

  • PG coinvolti: Aredhel, Ashasa, Perceval.

  • Collegamenti: Eventi e presenze legate alle Miniere di Blackvein e alle Tessitrici

Ashasa, Aredhel e Perceval si sono ritrovati nell’ospedale di Æ, intenti alle loro mansioni quotidiane. La quiete delle corsie è stata spezzata dal boato delle porte dell’ala psichiatrica: un guaritore in fuga, madido di sudore e in preda al panico, ha gridato che “là dentro” non bisognava entrare, ripetendo parole confuse e disperate prima di scomparire tra i corridoi.

Nonostante gli avvertimenti, i tre hanno deciso di varcare la soglia dell’ala. Dentro, l’orrore si è subito manifestato: l’intero reparto appare trasformato in un’immensa ragnatela. Ogni letto è un bozzolo sospeso, i pazienti prigionieri come mosche immobili, le loro bocche muovono suppliche mute mentre occhi enormi e lucidi fissano i nuovi arrivati. Zampe nere e pelose spuntano dalle pareti, sfiorando i corpi senza mai toccarli, mentre un filo di seta scuro cala davanti al volto di Aredhel, portando con sé la voce della Tessitrice già incontrata nelle Miniere.

Lo spettacolo culmina in un atto di pura dimostrazione: un giovane di vent’anni, avvolto da una ragnatela nera, viene trafitto da parte a parte da una zampa gigantesca, mentre la fata cade a terra con le ali improvvisamente indebolite. Ashasa reagisce con furia silenziosa, Perceval tenta di liberare il ragazzo con la fiamma della sua lanterna, ma ogni gesto si confonde tra illusione e realtà.

All’improvviso tutto svanisce: le tele, le zampe, le voci. Le pareti tornano bianche, i letti semplici giacigli, i pazienti apparentemente illesi. È stata un’illusione collettiva, una tortura mentale creata per confondere e logorare. Tutto torna normale… tranne il ragazzo. Il suo corpo rimane lì, immobile, bruciacchiato e trafitto, morto per davvero.

In quell’istante i pazienti, desti e coscienti, fissano i tre con occhi pieni di terrore e rabbia. Poi scoppia il caos: urla, accuse, pianti, risate isteriche. Il sangue scurissimo del giovane insozza lenzuola, pavimenti e mani dei guaritori accorsi, generando panico in tutta l’ala. Nel vortice di sospetto e disperazione, i protagonisti si ritrovano soli a dover fronteggiare la folla e le conseguenze di quanto è accaduto.

 

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