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Il Respiro della Montagna

Pubblicato il 12/11/2025 16:51 — Visualizzazioni: 29

I tre guardiacaccia, Ashasa, Clariche e Rory, vengono ospitati al Dojo per una notte e qualcosa di magico e antico si mette in contatto con loro.


Dopo giorni di cammino tra le nevi della catena montuosa, Ashasa, Clariche e Rory, tre Guardiacaccia provati dal freddo e dalla fatica, giungono infine al Dojo delle Lame Danzanti, un luogo isolato, sospeso tra il ghiaccio e il vapore caldo di una sorgente termale che ribolle alle sue spalle. La costruzione, interamente in legno e carta di riso, si staglia nel buio come un faro di quiete: lanterne dorate tremolano sotto la neve, e il profumo d’incenso e resina accoglie i viandanti ancor prima che possano bussare. Ad aprire la soglia è un adepto delle Lame Danzanti, il volto sereno e lo sguardo impenetrabile. L’uomo li invita ad entrare con deferenza, spiegando che l’Eletta e la Falce non sono presenti, ma che la montagna non perdona chi tenta di affrontarla di notte. Li accoglie dunque in nome della quiete del dojo, chiedendo loro di deporre le armi all’ingresso. Nessuna minaccia, solo il peso rituale della disciplina.

Una volta dentro, i tre vengono condotti nella sala del tè, un ambiente ampio e ordinato, riscaldato da un braciere di rame al cui interno arde una fiamma di mana azzurro. Gli adepti servono il tè in silenzio, muovendosi come in una danza antica, e poi scompaiono dietro le pareti di carta lasciandoli soli. L’atmosfera è di pace assoluta, il calore si diffonde lentamente, e per un momento pare che nulla possa turbare quella calma sospesa.

Ma quando Ashasa chiude gli occhi per respirare a fondo l’aria del luogo, profumo di legno, di fumo e di montagna, qualcosa dentro di lei cambia.
Un battito.
Lento. Profondo. Non suo.
Un suono che attraversa il pavimento e risuona nelle ossa, come se la montagna stessa respirasse nel sonno. Clariche e Rory percepiscono solo un freddo improvviso, un soffio gelido che fa vibrare le tazze e piegare la fiamma, ma per Ashasa è diverso: la sua mente si apre, e la voce che la raggiunge non è fatta di suoni.

[..È così raro sentire una voce che non sogni. Tutto dorme, ormai. Tutto tace..] Ashasa non sa se sta respirando. Il suo corpo è lì, ma la sua mente si trova altrove, in un silenzio vischioso e freddo, dove l’acqua si muove lenta e la luce non arriva [..Tu non sei di queste pietre.. La tua anima cammina ancora sotto il sole. Io, invece, giaccio. Da tanto tempo... da quando la montagna ha chiuso i suoi occhi..] le immagini che accompagnano la voce non sono chiare: frammenti, ricordi, visioni di un lago cristallino e di catene di luce che lo attraversano [..Il respiro che senti è il mio. Ma non dovresti ascoltarlo. C’è chi mi volle in silenzio. Chi mi addormentò..] Una pausa. Un’onda di malinconia le attraversa la mente, come un battito spezzato [..Mi hanno fatto sognare la montagna, e nel sogno mi hanno rinchiuso. Non so più quanto tempo è passato. Forse giorni. Forse ere..] Ashasa percepisce un peso immenso, un potere trattenuto da qualcosa di più grande di lei. Eppure, non sente rabbia, solo stanchezza, e una voce che parla da molto, troppo tempo con sé stessa [..Sento ancora il calore dell’acqua. Il lago è la mia coperta, il CRISTALLO la mia catena.. chi lo infrangerà, spezzerà il sonno. Ma il sonno è pace, e la pace è prigione..] il suono si affievolisce, come se la mente che le parla stesse tornando a scivolare nel sonno da cui è emersa [..Non chiamarmi ancora, voce del mondo di sopra. Non ancora..] un ultimo battito, lento e profondo [..Quando il cristallo si incrinerà, allora il sogno finirà... e io ricorderò chi mi ha chiamato..] è un’eco antica, la coscienza di un essere addormentato sotto il lago dietro al dojo.

Parla con lentezza, con la voce di chi non ha più il concetto del tempo. Racconta di un lungo sonno, di un cristallo che lo imprigiona sotto l’acqua calda, di una pace che è anche prigione. Non chiede aiuto, né vendetta, ma ascolto.
Ashasa lo comprende. Non lo nomina, non lo svela, ma sente in quelle parole il peso di un essere antico, potente, stanco, dimenticato.

Quando la comunicazione si spezza, il silenzio che segue è denso come la pietra.
Il battito svanisce, il gelo si ritira.
Il braciere riprende vita, il calore ritorna a scorrere nella sala, e i Guardiacaccia si ritrovano nel tepore che ormai sembra un dono prezioso. Clariche e Rory cercano risposte, ma Ashasa parla con voce quieta: nulla è pericoloso, non ancora. Ciò che si muove sotto la montagna non si è destato, ma ha riconosciuto.

Fuori, la notte continua a correre.
Dentro, le campanelle del dojo riprendono a suonare.
Il lago dietro la casa fuma nel buio, e sotto la sua superficie, nelle profondità della montagna, una creatura antica torna a sognare.

PUNTEGGI

Ashasa: 3 punti exp
Clariche: 2 punti exp
Rory: 2 punti exp


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