L’arrivo al Dojo

Dopo giorni di viaggio tra le nevi, Ashasa, Clariche e Rory raggiungono il Dojo delle Lame Danzanti, un santuario di legno e carta immerso nel silenzio della montagna. Le lanterne oscillano nella neve, l’odore d’incenso avvolge i viandanti, e gli adepti del Dojo li accolgono con cortesia, chiedendo solo di deporre le armi in segno di rispetto. Questo articolo si riferisce al portale AlterEgo, GDR Play by Chat, accessibile da Giocodiruolo.org.

Il respiro sotto la pietra

Seduti nella sala del tè, i tre assaporano il calore del braciere e la quiete rituale. Ma mentre tutto tace, Ashasa sente qualcosa cambiare. Un battito profondo attraversa il pavimento. È il respiro della montagna, lento e vivo. Una voce antica la raggiunge: non suono, ma pensiero. Racconta di un lungo sonno, di un cristallo che incatena la sua coscienza sotto il lago termale, di una pace che è prigione.

La voce del sonno antico

La comunicazione si fa visione: acqua, luce e catene di energia. L’essere parla con tono stanco, senza chiedere salvezza, ma ascolto. “Il cristallo è la mia catena”, dice, “chi lo spezzerà, infrangerà il sogno.” Ashasa comprende che la montagna cela un potere trattenuto da secoli, una vita addormentata che ancora respira sotto la pietra e l’acqua.

Il ritorno al silenzio

Quando la voce svanisce, il gelo si ritira e il calore ritorna. Il braciere riprende a brillare, le campanelle suonano di nuovo. Ashasa tace, Clariche e Rory la osservano in cerca di spiegazioni, ma lei sa che nulla è finito. Qualcosa nella montagna si è risvegliato. E ha riconosciuto la sua voce.

Esiti narrativi

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